Che cosa è cambiato dall’antico sposalizio al moderno matrimonio?
Nel vecchio sposalizio la comunità si stringeva attorno ad una nuova famiglia e faceva festa. Festa grande, quella delle grandi occasioni come il Natale o il giorno del patrono. Gli amici suonavano, le zie cucinavano, si andava nella chiesa parrocchiale con il vestito buono e il prete che ti aveva visto crescere. Poi si faceva un viaggetto insieme: i miei genitori sono andati a Napoli, i miei nonni a Roma.
Insomma era un giorno di straordinaria normalità che dava il via ad una vita nuova.
Oggi invece il matrimonio è essenzialmente un evento speciale, che si celebra per regalarsi un giorno da sogno in una vita normale. Per vivere un giorno nelle vita di un vip.
Si indossa un vestito costosissimo che non si metterà mai più nella vita, si sceglie la chiesa in base alla sua bellezza e non certo per la sua frequentazione, si ascolta l’omelia di un prete che spesso non sa nulla di te, si va a pranzo in un resort di lusso specializzato in nozze da sogno. Si paga un catering raffinato, musicisti che intrattengono, magari un wedding planner che organizza il tutto. E poi si parte verso mete esotiche dall’altra parte del pianeta.
Al ritorno tutto ciò che resta sono bellissime immagini. E il ritorno alla normalità.
Non è un caso se oggi usiamo la stessa parola per parlare dell’istituzione e della celebrazione: perché il matrimonio spesso si riduce a quel giorno da favola.
Noi ci siamo detti: Perché? A noi la nostra vita piace tanto. Perché dovremmo fare qualcosa di completamente diverso? Perché non sposarci dove andiamo tutte le domeniche a fare i pic nic, e perché non mangiare le cose che mangiamo la domenica e condividere tutto questo con le persone a cui vogliamo bene?
Poi, per carità, è vero anche che se tutti i giorni è festa non è festa mai. Quindi – per la prima e ultima volta – mi sono messo il papillon.